Collezione Pietro Malossi
Le Collezioni del lascito esprimono compiutamente il gusto eclettico di Malossi, che ha raccolto attorno a sé più di 10.000 beni che compongono la sua personale “Camera delle meraviglie”.
Negli anni sono state avviate alcune campagne d’ inventariazione dell’eterogeneo patrimonio che hanno permesso di ricostruirne la consistenza e le tipologie.
Di seguito si elencano, corredati da una breve descrizione, le categorie dei beni che compongono le Collezioni:
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Opere e oggetti d’arte
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Dipinti
La Collezione è composta da 500 dipinti, soprattutto di autori bresciani, tra cui Faustino Joli con il quadro Il mercato dei cavalli. Il nucleo più consistente è formato dalla pittura di paesaggio, rappresentata anche da opere di alta epoca tra cui si segnalano L’incendio di Girolamo Rossi e Di domenica di Tommaso Porta. Vi sono inoltre opere di pittura sacra e molti ritratti. Tra le prime spiccano i pittori milanesi seicenteschi: Carlo Preda con la Madonna che contempla il Bambino dormiente e Filippo Abbiati con Il Figliol Prodigo; tra i ritratti di provenienza prevalentemente lombarda segnaliamo Ritratto di donna di Gaetano Cresseri e l’Uomo del ‘600 di Achille Glisenti.
I piccoli dipinti su vetro della collezione Malossi appartengono al XVIII secolo e rivelano in prevalenza un carattere popolare. Tra le icone si segnala la Madonna con il Bambino tra i santi Rocco e Caterina d’Alessandria, un’opera in cui su un impianto rinascimentale s’innestano elementi della tradizione orientale.
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Disegni
La raccolta è composta da circa 1.200 disegni, dei quali molte centinaia autografi (in gran parte schizzi preparatori di dipinti o di sculture e taccuini d'esercitazione) di vari pittori, soprattutto dell'Ottocento italiano e bresciano in modo particolare. Tra gli altri segnaliamo i disegni a matita di Luigi Basiletti nella Veduta del Vaticano da monte Mario e Tivoli 1819, l’acquarello di Antonio Tagliaferri nello Studio dello scultore Antonio Calegari e gli studi preparatori per l’affresco San Costanzo recato in giudizio, della Chiesa Parrocchiale di Santa Maria Assunta di Pisogne di Gaetano Cresseri.
Nel 2012 i disegni sono stati oggetto di una ricerca condotta dal laureando Oscar Betteni che ha portato alla stesura della testi di laurea: “Disegni della Collezione Pietro Malossi di Brescia (Achille Glisenti, Antonio Tagliaferri, Faustino Joli, Francesco Filippini, Gaetano Cresseri, Luigi Basiletti e Luigi Lombardi)”. Lo studio ha portato al riconoscimento di alcuni dipinti di pittori bresciani i cui quadri sono esposti nei Musei Civici d’Arte e Storia di Brescia, in alcune chiese bresciane e in collezioni private.
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Numismatica​
â—¦ Monete​: la preziosa collezione di monete consiste in 1.680 pezzi, di provenienza italiana e straniera. Per quanto riguarda la penisola italica la raccolta ricostruisce la monetazione preunitaria e postunitaria, fino alla seconda metà del Novecento; le più antiche sono state emesse dalla Repubblica di Venezia e tra queste si segnala una Lira Moceniga in argento coniata durante il dogato di Agostino Barbarigo (1486-1501). La monetazione straniera parte dal XVI secolo e sono soprattutto talleri; tra questi il più curioso è il “Tallero dello sposalizio”in quanto coniato per le nozze dell’imperatore.​​​​
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â—¦ Medaglie: consistente è il numero di medaglie (più di 500 pezzi) che provengono dall’Italia e dall’estero (Europa e America). Le medaglie italiane sono suddivise in 8 sezioni: medaglie papali, medaglie cardinalizie, medaglie napoleoniche, medaglie bresciane, medaglie italiane, placchette e medaglie di Gabriele D’Annunzio, medaglie votive e progetti di Pietro Malossi per D’Annunzio. Tra le medaglie straniere si segnalano le decorazioni al merito militare del Regno Unito per la Prima e Seconda Guerra Mondiale.
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Armi
â—¦ Da fuoco​: sono circa una quarantina e coprono un arco temporale che va dal Seicento all’Ottocento. Sono prevalentemente pistole ad avancarica, con accensione a pietra focaia e a luminello e principalmente di provenienza italiana. Sono presenti anche dei cannoncini e un provapolvere.​
â—¦ Bianche: la raccolta rappresenta un interessante ventaglio della produzione mondiale che va dal Cinquecento all’ Ottocento. Sono una sessantina e il corpo più consistente è rappresentato dalle “spade corte” (Wakizashi, Daga, Kindjal) e dai “coltelli” (Tanto, Kriss, Jambiya).
È possibile ammirare anche una serie di elmi persiani del Seicento in ottimo stato di conservazione.
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